Italiano – una lingua per l’Europa

L’Istituto Italiano di Cultura di Berlino, in stretta collaborazione con l’ADI e.V. e con la partecipazione dell’Enit, del DIV e della VDIG ha organizzato una due giorni di promozione della lingua italiana e di discussione sul variegato panorama dell’insegnamento dell’italiano in Germania.

19 ottobre – Promozione dell’italiano

Venerdì 19 ottobre era prevista una giornata più indirizzata alla promozione.
Nella prima parte Sandra Maria Gronewald (ZDF) ha presentato con brio, simpatia e competenza (e un ottimo italiano!) vari ospiti del mondo degli affari (A. Züge, A. C. Cerri), dell’accademia (B. Huss, C. Rivoletti, R. Faajen), del giornalismo (S. Maischberger), della cultura (B.Wenting, S. Schüssler), dell’insegnamento (D. Schenetti) e dell’associazionismo (R. Marcon-Grothausmann) che hanno mostrato le potenzialità a volte poco conosciute dell’italiano come lingua non solo di cultura.
Interessantissimi gli interventi di Andreas Züge, direttore della sede milanese della fiera di Hannover e di Andrea Carlo Cerri (Assicurazioni Generali – Berlino), che hanno reso una testimonianza sincera di quanto la competenza linguistica sia stata per loro non solo condizione irrinunciabile per la loro carriera, ma anche chiave di successo e di integrazione nei rapporti quotidiani.

Tra gli ospiti intervistati da Sandra Maria Gronewald c’è stata anche Sandra Maischberger, che ha raccontato della sua infanzia a Roma e del suo intenso rapporto con l’italiano anche a scapito del tedesco.
Tutte le brevi intervistesono visibili alla pagina facebook dell’Istituto Italiano di cultura di Berlino.

La serata si è conclusa con un’intervista di Sabina Magnani von Petersdorff a Giovanni Di Lorenzo, che ha presentato la sua visione di ragazzo cresciuto tra due mondi, due lingue e due culture, del suo definirsi attraverso la lingua, dell’importanza del bello nella crescita umana. Anche il video di questa intervista è disponibile alla pagina facebook dell’Istituto.

20 ottobre – Tavole rotonde

La giornata di sabato è stata dedicata alla riflessione sull’insegnamento dell’italiano nelle varie realtà, cercando di riprendere i fili del discorso iniziato a Monaco con i primi Stati Generali dell’Italiano del 2016.
Nella prima tavola rotonda si è affrontato il discorso dell’università. I vari interventi hanno messo in evidenza una sostanziale difficoltà dei tradizionali studi filologici: all’eccellenza della ricerca non corrisponde un ritorno in termini numerici e soprattutto l’offerta generica di percorsi di studio di impronta romanistica incontra sempre meno l’interesse degli studenti. Segnali interessanti di ripresa o tenuta vengono da quelle realtà che hanno cercato di definire un’offerta più specifica, perseguendo ad esempio approcci interdisciplinari o diplomi binazionali ben architettati che rispondono alla domanda degli studenti.
In generale positiva è la realtà dell’italiano come materia complementare nell’ambito delle soft skills in tutti gli altri corsi di laurea. Quest’offerta è gestita, molto spesso, dai Centri Linguistici d’Ateneo, impegnati in uno sforzo professionalizzante dell’insegnamento linguistico che vuole sfruttare gli effetti sinergici per offrire un prodotto di livello.

Nella seconda tavola rotonda si è analizzato l’italiano dalla prospettiva del lifelong e del lifewide learning, portando sul palco le voci di rappresentanti delle Volkshochschulen (VHS), dell’offerta gestita dagli Istituti Italiani di Cultura (IIC) e dalle associazioni culturali come le Deutsch-Italienische Gesellschaften (DIG).
Sia per gli IIC che per le DIG, presenti nelle grandi città, si osserva una sostanziale tenuta della domanda da parte di un pubblico tendenzialmente anziano, benestante,, con un buon livello di istruzione e con una certa fidelizzazione.
Entrambi faticano invece a raggiungere il pubblico della fascia giovane e infantile. Le VHS sono presenti capillarmente su tutto il territorio federale e offrono corsi di italiano ovunque e ad un pubblico molto eterogeneo. Anche se negli ultimi anni, in generale, l’interesse per l’italiano sta diminuendo, rimane alto lì dove l’italiano è lingua di contatto (Baviera e Baden-Württemberg) o dove c’è una forte presenza italiana (Berlino), mentre è molto più basso al Nord e all’Est, dove sarebbe necessario aumentare le occasioni di conoscenza e contatto con la realtà italiana per far crescere la domanda di corsi di lingua e cultura italiana.

Nei due tavoli di discussione legati alla scuola sono state presentate le cifre dell’italiano in confronto alle altre lingue straniere (l’taliano ha subito – solo nell’ultimo anno – un calo del 5%). I motivi sono molteplici e legati anche ad un generale indebolimento delle lingue a favore di una maggiore attenzione sulle cosiddette Kernfächer (tedesco, inglese e matematica). L’italiano dovrebbe cercare di sottolineare anche a livello di scuola secondaria il suo carattere di Gymnasialfach che lo differenzia dalle altre lingue straniere. La sua spendibilità interdisciplinare (legame con la musica, con l’arte, la storia e con la cultura classica) nonché la sua importanza commerciale dovrebbero essere messe maggiormente in evidenza al momento della scelta di una seconda, terza o quarta lingua da parte di scolari e famiglie. Il problema dell’italiano nella scuola è naturalmente anche legato ad un sistema e ad un insieme di condizioni che possono essere modificati solo con un lavoro di pressione a livello politico e istituzionale che deve arrivare dallo Stato italiano, nel quadro di strategie precise di sviluppo di breve, medio e lungo periodo.

Nella fascia della scuola primaria l’offerta è essenzialmente gestita dai cosiddetti enti gestori, che garantiscono corsi piuttosto diffusi sul territorio, ma in cui i docenti si trovano a gestire gruppi estremamente eterogenei sia a livello anagrafico sia a livello di competenza linguistica. Nonostante i vari sforzi, l’integrazione di quest’offerta nel sistema scolastico dei vari Bundesländer rimane molto marginale. Manca inoltre un’offerta diffusa di percorsi scolastici che prevedano l’italiano dall’inizio dellla scuola fino alla maturità.

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